Evoluzione.

E chi lo dice che l'evoluzione sia un processo veloce? I Bakan evolvono, alcuni direbbero che stanno invecchiando ma sarebbe solo una parte della verità.
E comunque chi non invecchia nemmeno evolve. Servono alcuni ingredienti, però: ad esempio una sala prove, che abbiamo.
Dentro ci sono i nostri strumenti, due casse di birra sempre fresca anche senza bisogno del frigorifero, l'armadietto dei superalcolici, i testi sparsi un po' ovunque, alcune fotografie appese ai muri, un paio di calendari non proprio edificanti e i dobloni dei Bakan, che stanno tutti dentro un fusto di latta.
Non so da quanto stiamo collezionando i tappi corona delle bottiglie bevute durante le prove, ma i dobloni sono molti e non è il caso di fare la conta.
Poi ci sono gli amplificatori, il mixer e un vecchio pc con le tracce che ad ogni prova registriamo e salviamo con nomi strani che poi regolarmente dimentichiamo.
Anche questa è evoluzione.

Dopo Aradio, A eletric 2006 e Viôt, registrato nel 2013, abbiamo continuato a suonare e soprattutto a creare altre canzoni.
Non troppe, con calma, ma ognuna con un nucleo dentro.
Evoluzione.
Fatichiamo a ricordare i nostri pezzi vecchi, ma l'evoluzione implica uno spazio occupato. Fuori il vecchio, dentro il nuovo. First in first out, dicono quelli seri.
Siamo ancora qui ed evolviamo.
Non da molto abbiamo rinvenuto alcuni diari di scuola delle superiori.
Lì dentro c'è testimoniata la genesi dei Bakan. Il sabato sera in cui tutto ebbe inizio, il primo concerto durante il quale la pianola andò in tilt ancora prima dell'inizio dopo aver ricevuto un intero bicchiere di vino, la muta dei nomi.
Evoluzione toponomastica e musicale.

Evoluzione.
Siamo ancora qui, altri gruppi nati prima e dopo di noi non ci sono più. Ci dispiace per loro, ma noi siamo ancora qui.
Forse perché ci siamo tolti dal meccanismo musicale, anche se non professionistico.
Abbiamo viaggiato in corsie parallele, a volte incrociando gli altri in rotatorie che abbiamo subito abbandonato.
Magari loro si sono smarriti in strade senza uscita. La nostra sarà parallela, ma va ancora avanti.

Evoluzione.
E ci saremo finché decideremo di esserci.
Avremmo potuto, venti anni fa, avere un manager. Ma sarebbe stata un'altra bocca da sfamare con la birra e una voce fuori dal coro. Meglio di no.
Avremmo potuto suonare molto di più. Ma il luogo è importante, per noi. Fuori tempo va bene, fuori luogo no.

Noi siamo sempre stati felicemente fuori tempo, mai fuori luogo. Meglio il primo che il secondo. Il tempo evolve, il luogo decade.
Ci diamo obbiettivi vicini, disciplina minima che ci aiuti a spostarci.
Siamo sempre quelli, ma evoluti.

Alcuni, a ragione, direbbero invecchiati. Come il vino buono, invecchiati bene, però.

 

dobloni