Da cassetti a lungo inesplorati della sala prove, sono riemerse le tracce del passato dei Bakan, contenute in obsoleti supporti magnetici. Dopo alchemici processi di travaso e restauro, finalmente siamo in grado di pubblicare il distillato di quella che è la prima parte
della nostra storia.
Un lustro che era stato fermato nel tempo ma che la tecnologia del nuovo secolo si rifiutava di farci ascoltare.
Nell’anno in cui Bakan diventa venticinquenne, questo è il nostro regalo.
Lato A
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Un Soldatin (Povolâr Ensemble)
Registrata a Villacaccia di Lestizza il 08 agosto 1994 durante la serata "Co' La Luna" . Prima esibizione assoluta dei Bakan -
Madins (Bakan)
Registrata nell’autunno 1995 in sala prove a Ospedaletto per la partecipazione al “Premi Friûl” -
Claps (Bakan)
Registrata nel mese di ottobre 1996 da Alfonso “Ponci” Zanier nel sottoportico di Andrea Tramontini ad Aiello -
San Martin (Cjansonîr Popolâr di Daèl)
Registrata a Susans di Majano il 26 giugno 1998 dal "Green Studio" durante il concerto "Solstizio d'Estate" -
Maldimâr (Bakan)
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Da Chi Indevant (Bakan)
Entrambe registrate a Campolessi di Gemona il 23 aprile 1999 dal "Green Studio"
Lato B
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Un Soldatin (Povolâr Ensemble)
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Larìn Lontan (Lino Straulino)
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El Fogo (Bepi de Marzi)
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Lusôr (Bakan)
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Madins (Bakan)
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Cjantâ (Bakan)
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Malasuerte (Bakan)
Concerto al "Festintenda" di Mortegliano - 23 maggio 1996.
Il nastro registrato dal service terminava a pochi secondi dalla fine di Malasuerte.
Una fortuita registrazione esterna ci è venuta in aiuto per completare la traccia.
BakanANastro contiene brani dei primi cinque anni di vita del gruppo registrati su audiocassetta durante concerti, prove e in studi estemporanei, in cui le pesanti sbavature dell’esecuzione, la bassa fedeltà del supporto, la qualità a volte scadente della registrazione e la patina del tempo non sono sufficienti a nascondere l’energia dei vent’anni.
Non vuole essere però (solo) un'operazione nostalgia.
Più che altro è un fermarsi per guardare indietro la strada percorsa prima di ripartire.
Evoluzione.
E chi lo dice che l'evoluzione sia un processo veloce? I Bakan evolvono, alcuni direbbero che stanno invecchiando ma sarebbe solo una parte della verità.
E comunque chi non invecchia nemmeno evolve. Servono alcuni ingredienti, però: ad esempio una sala prove, che abbiamo.
Dentro ci sono i nostri strumenti, due casse di birra sempre fresca anche senza bisogno del frigorifero, l'armadietto dei superalcolici, i testi sparsi un po' ovunque, alcune fotografie appese ai muri, un paio di calendari non proprio edificanti e i dobloni dei Bakan, che stanno tutti dentro un fusto di latta.
Non so da quanto stiamo collezionando i tappi corona delle bottiglie bevute durante le prove, ma i dobloni sono molti e non è il caso di fare la conta.
Poi ci sono gli amplificatori, il mixer e un vecchio pc con le tracce che ad ogni prova registriamo e salviamo con nomi strani che poi regolarmente dimentichiamo.
Anche questa è evoluzione.
Dopo Aradio, A eletric 2006 e Viôt, registrato nel 2013, abbiamo continuato a suonare e soprattutto a creare altre canzoni.
Non troppe, con calma, ma ognuna con un nucleo dentro.
Evoluzione.
Fatichiamo a ricordare i nostri pezzi vecchi, ma l'evoluzione implica uno spazio occupato. Fuori il vecchio, dentro il nuovo. First in first out, dicono quelli seri.
Siamo ancora qui ed evolviamo.
Non da molto abbiamo rinvenuto alcuni diari di scuola delle superiori.
Lì dentro c'è testimoniata la genesi dei Bakan. Il sabato sera in cui tutto ebbe inizio, il primo concerto durante il quale la pianola andò in tilt ancora prima dell'inizio dopo aver ricevuto un intero bicchiere di vino, la muta dei nomi.
Evoluzione toponomastica e musicale.
Evoluzione.
Siamo ancora qui, altri gruppi nati prima e dopo di noi non ci sono più. Ci dispiace per loro, ma noi siamo ancora qui.
Forse perché ci siamo tolti dal meccanismo musicale, anche se non professionistico.
Abbiamo viaggiato in corsie parallele, a volte incrociando gli altri in rotatorie che abbiamo subito abbandonato.
Magari loro si sono smarriti in strade senza uscita. La nostra sarà parallela, ma va ancora avanti.
Evoluzione.
E ci saremo finché decideremo di esserci.
Avremmo potuto, venti anni fa, avere un manager. Ma sarebbe stata un'altra bocca da sfamare con la birra e una voce fuori dal coro. Meglio di no.
Avremmo potuto suonare molto di più. Ma il luogo è importante, per noi. Fuori tempo va bene, fuori luogo no.
Noi siamo sempre stati felicemente fuori tempo, mai fuori luogo. Meglio il primo che il secondo. Il tempo evolve, il luogo decade.
Ci diamo obbiettivi vicini, disciplina minima che ci aiuti a spostarci.
Siamo sempre quelli, ma evoluti.
Alcuni, a ragione, direbbero invecchiati. Come il vino buono, invecchiati bene, però.
Il termine Viôt in friulano ha molteplici significati che si possono mescolare, sovrapporre, confondere.
Le canzoni del nuovo disco dei Bakan intendono fare proprio questo. Mescolare, sovrapporre, confondere.
Come sempre.